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Larry Joe Bird, meglio noto come Larry Legend, ha rappresentato per l’NBA negli anni ‘80/‘90 il “bianco più stronzo d’America”. Larry nasce nella piccola e arretrata cittadina di West Baden Springs (Indiana), dove la sua passione consiste nell’imballare e impilare balle di fieno (vincitore della competizione cittadina per chi ne impilava di più) e tirare nel canestro non regolamentare nel retro del capannone del padre. Inimmaginabile che quel ragazzotto di campagna, così timido e introverso, sarebbe diventato una delle stelle più brillanti della storia NBA. Ha giocato dal 1978 al 1992 con il numero 33 per i Boston Celtics, vincendo 3 campionati NBA e molti altri premi. “Larry giocava a scacchi mentre il resto della Lega giocava a dama”, Tom Heinsohn. Il giocatore rappresentava una minaccia a tutto tondo per gli avversari: infatti, oltre ad essere un grande talento offensivo, è ottavo nella storia per palle rubate, ma soprattutto era un tiratore da tre. Vinse la gara dei tre punti per 3 volte consecutive (tutte le volte che lo invitarono). La terza volta, in particolare, arrivò in ritardo alla competizione, guardò sprezzante i suoi avversari e chiese: “chi arriverà secondo oggi?” per poi vincere in maniera schiacciante la competizione, senza manco togliere la felpa della squadra... Sono moltissimi gli aneddoti riguardanti Bird, come quella volta che rovinò il Natale al povero Chuck Person. La sciagurata guardia degli Indiana Pacers doveva disputare la partita di Natale del 1990 contro i magici Celtics di Bird e, prima del match, in una conferenza, disse ai reporter che sarebbe andato a caccia di uccelli la sera (“Bird Hunting”), con chiaro riferimento a Larry. Il 33 non la prese alla leggera, così, prima dell’inizio della partita, sussurrò all’orecchio del povero Chuck: “ho un regalo per te”. In realtà, non ne aveva solo uno, ma ben 22 (punti segnati quella sera). Durante la partita, Person non era riuscito a fare molto e stava seduto in panchina, quando Larry tirò una tripla dall’angolo proprio davanti a lui e, ancora prima che la palla entrasse, si girò verso Chuck Person, urlandogli: “MERRY FUCKING CHRISTMAS”... canestro perfetto